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Diciu, allumingius e verbos sardus
Autore: Marco Porcu
Pagine: 208
Anno: 2008
ISBN: 88 87393 43-9
“Is Dicius”, fanno parte dei detti popolari, delle tradizioni del popolo sardo, dell’immaginario collettivo, con l’aggiunta di una certa credenza profetica, mischiando il sacro al profano, per il bisogno che si aveva, nel recente passato, di comunicare con gli altri, di aggregarsi agli altri, nella mutualità e credenza in Dio e negli uomini, nell’unità della famiglia, nell’organizzazione della comunità. Talvolta avvisano chi ha meno esperienza di altri, e li mettono in guardia e li aiutano a non cadere nell’errore. Oppure sentenziano su fatti accaduti, ne sottolinea l’atteggiamento positivo o spregiudicato delle persone, utilizza il comportamento istintivo degli animali e lo cuce sugli uomini, così come critica la poca generosità delle persone, la malaccortezza, l’onestà, l’integrità morale, la disonestà, la pigrizia, l’astuzia, la demenza, l’apatia, l’indolenza, l’avarizia, la protervia, l’angheria, la superbia, la superficialità, la lentezza, la miseria, la ricchezza, il potere, l’obbedienza, la disobbedienza, e via di seguito, non tralasciando nulla, affermando ed emettendo giudizi. “Su diciu” era nella quotidianità della gente sarda, provata dalle esperienze reali non sempre felici, dall’angoscia del domani, nonostante la grande forza morale e la grande dignità e orgoglio mai domati. Il proverbio quindi, come filosofia e pedagogia dove rifugiarsi intellettualmente, un aiuto di pensiero di sicuro conforto nelle amenità pedestri della vita quotidiana.
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